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Roma, 15 maggio 2002
DIRITTO DI ASILO AI PALESTINESI
Indirizzi sostenuti dal Governo sulla questione mediorientale - n. 3-00959
Intervento di Marco Boato di illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata
Resoconto stenografico della Seduta n. 145 di mercoledì 15 maggio 2002

PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00959 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).

MARCO BOATO. Signor Presidente, signor ministro, la situazione in Medio Oriente è a un drammatico punto di svolta ma presenta anche potenzialità positive. Positiva la risoluzione della crisi di Betlemme a cui hanno contribuito anche l'Italia e l'Europa, con il Vaticano e gli Stati Uniti; positiva la condanna degli attentati suicidi da parte di Arafat; positiva la pur parziale cessazione dell'occupazione israeliana dei territori; negativo il voto del Likud che ha messo in minoranza lo stesso premier Sharon e che il ministro Peres ha definito una tragedia per Israele; negativa la dichiarazione di Sharon che rifiuta il dialogo di pace con l'autorità palestinese, definita un regime terroristico e corrotto; positivo il discorso che Arafat ha tenuto proprio oggi di fronte al consiglio palestinese, in cui ha riconosciuto errori, ha prospettato radicali riforme politiche, ha parlato di prossime elezioni ed ha confermato la scelta strategica per la pace con Israele, condannando gli attentati contro i civili.

Ora è necessario che l'Italia e l'Europa rilancino la propria iniziativa per una conferenza internazionale di pace per arrivare a due Stati e a due popoli che possano vivere in pace e in sicurezza. Chiedo al Governo di rispondere su questo aspetto.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Boato, in occasione del Consiglio affari generali dell'Unione europea del 13 maggio, come si è già riferito in Parlamento, durante lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata della scorsa settimana, l'Italia si è espressa a favore di una posizione comune della Comunità europea sulla questione dell'eventuale accoglimento dei 13 palestinesi provenienti dal complesso della Natività a Betlemme.

Il Governo ha, quindi, agito con successo per portare l'Unione europea ad approvare l'accoglimento, per motivi umanitari e straordinari, dei 13 palestinesi, ripartendoli fra gli Stati membri che hanno dato la propria disponibilità.

Grazie, dunque, all'intervento dell'Unione europea, realizzato su sollecitazione italiana, è così in via di soluzione la questione dei 13 palestinesi, trasferiti provvisoriamente a Cipro da dove partiranno per raggiungere l'Europa non appena definiti gli aspetti tecnico-giuridici.

Modalità e durata della permanenza sono in via di definizione. L'Italia ospiterà alcuni di questi palestinesi, sempre su base umanitaria e considerando il carattere di straordinarietà che riveste l'intera vicenda.

Nonostante la situazione di Betlemme sia pressoché risolta, Arafat abbia riacquistato la sua libertà di movimento e l'esercito israeliano abbia rinunciato alle rappresaglie su Gaza, diversi sono ancora i nodi da sciogliere prima di un serio riavvio del processo di pace. Il voto del comitato centrale del Likud contro la costituzione futura di uno Stato palestinese, che contraddice le stesse intenzioni di Sharon, certamente non aiuta l'attuale leadership israeliana ad assumere gli impegni gravosi ma necessari per raggiungere la pace. Lo stesso ministro degli esteri Peres ha avuto parole molto negative al riguardo.

Abbiamo, però, ragione di credere che il Governo israeliano, sollecitato anche da un'opinione pubblica sensibile ed aperta, non abbia intenzione di recedere dagli scopi prefissi di ricercare una soluzione negoziata, con la costituzione di uno Stato palestinese come approdo finale. La prospettiva di tenere in tempi ravvicinati una conferenza internazionale con la partecipazione dei paesi interessati e con il coinvolgimento dei principali attori della comunità nazionale rappresenta l'orizzonte politico di rilievo verso cui tendere e su cui impostare ogni necessaria azione di sostegno, partendo dalle proposte saudita che comprendono i pilastri fondamentali su cui basare una soluzione giusta e durevole del conflitto.

L'Italia ha reso nota la propria disponibilità ad ospitare la conferenza ed ha raccolto reazioni di particolare interesse; l'Italia e l'Unione europea stanno intensificando gli sforzi per fare in modo che la conferenza riesca ad affrontare i nodi cruciali del processo di pace; il quartetto composto dagli Stati Uniti, dall'ONU, dalla Russia e dall'Unione europea sta dando vita ad un coordinamento efficace, riuscendo nell'intento di dare un'immagine compatta ed unitaria della comunità internazionale.

È ora necessario che la fase preparatoria della conferenza sia adeguatamente curata, così da giungere all'appuntamento con ragionevoli possibilità di successo; è bene, comunque, non farsi eccessive illusioni: la strada verso lo sbocco politico è ancora lunga e complessa e richiede il concorso di tutti per raggiungere la sua ambita meta.

L'Italia e l'Unione europea sono anche impegnate nella riabilitazione delle strutture di sicurezza palestinesi, dopo i danni subiti a seguito dell'invasione israeliana, nel contesto, però, di uno sforzo complessivo mirante a migliorare l'ambiente di sicurezza, anche attraverso il possibile invio di osservatori.

PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di replicare.

MARCO BOATO. Signor Presidente, le indicazioni che ha dato il rappresentante del Governo sono condivisibili. Noi ci scontriamo in Parlamento su molte questioni fra diversi schieramenti, ma credo sia un fatto positivo che su questa materia ci sia una positiva convergenza. Credo che il contributo che ha dato l'Italia, anche «europeizzando» la questione dei 13 palestinesi da ospitare, sia stato positivo e, quindi, mi auguro che in tempi rapidissimi questa questione possa essere definitivamente superata. Mi pare che ci sia anche una convergenza nel condannare il voto del Likud - che non è un partitino qualunque, ma il partito del Primo ministro - che è stato dato contro l'ipotesi di uno Stato palestinese e giustamente è stato ricordato il giudizio drastico che su questa questione ha dato il ministro degli esteri Peres. Siamo anche d'accordo che l'obiettivo debba essere quello della sicurezza di Israele entro confini certi e del riconoscimento dell'istituzione di uno Stato palestinese.

Tutto questo non potrà che essere realizzato con la conferenza internazionale che l'Assemblea della Camera aveva già proposto nella mozione unitaria votata il 19 dicembre scorso, prima della riacutizzazione della crisi in Medio oriente. Se si fosse seguita più decisamente quella strada, anche sul piano dell'iniziativa italiana ed europea, una strada condivisa come abbiamo sentito anche poco fa, forse molte tragedie che si sono verificate negli ultimi due mesi si sarebbero potute superare.
Per concludere, signor Presidente, signor ministro, pur prendendo atto che sulle linee di fondo dell'intervento rispetto alla pace in Medio oriente c'è una condivisione parlamentare e che finalmente si sta assumendo un'iniziativa anche a livello europeo, dobbiamo prendere atto, dell'enorme ritardo con cui tutto questo sta avvenendo. In tutti gli incontri internazionali non viene chiesto agli Stati Uniti o alla Russia di abbandonare il proprio ruolo, ma all'Europa di affiancarsi a questi con un ruolo più incisivo. È questo che deve fare l'Italia ed è questo che deve fare l'Europa per arrivare agli obiettivi che abbiamo comunemente indicato.

 

  Marco Boato

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